Alzheimer e menopausa: uno studio dimostrerebbe una preoccupante correlazione

I mutamenti ormonali che si accompagnano alla menopausa possono essere un fattore d’innesco dell’Alzheimer? La scienza ora ha una nuova risposta.   

Tutto è partito da una domanda su un dato di fatto inconfutabile. L’Alzheimer colpisce le donne molto più degli uomini: i dati mondiali lo dicono chiaramente. Per quale motivo? C’entra solo il fatto che la popolazione femminile vive mediamente più a lungo? Uno nuovo studio apparso sulla prestigiosa rivista scientifica Neurology offre una risposta diversa.

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I mutamenti ormonali tipici della menopausa potrebbero – e sottolineiamo il condizionale – favorire il formarsi di quella drammatica “nebbia” che cala sul cervello delle persone. (Fullmagazine.it)

Secondo lo studio in questione, i mutamenti ormonali tipici della menopausa potrebbero – e sottolineiamo il condizionale – favorire il formarsi di quella drammatica “nebbia” che cala sul cervello delle persone alienandole da affetti, ricordi, legami e molto altro. Vediamo nel dettaglio cosa ha scoperto il gruppo di ricerca coordinato da Lisa Moscon della Weill Cornell Medicine di New York.

Quel filo sottile tra Alzheimer e menopausa

Lo studio si è concentrato su un campione di 85 donne e 36 uomini di 52 anni, senza problemi cognitivi che potessero far sospettare un eventuale disturbo neurologico, con valori simili di pressione sanguigna e, soprattutto, nelle stesse condizioni di familiarità rispetto all’Alzheimer. Tutti i partecipanti sono stati sottoposti a un’analisi con Tomografia a Emissione di Positroni (PET) e a risonanza magnetica funzionale. Il responso è stato inequivocabile.

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Analizzando parametri chiave come la velocità di metabolizzazione del glucosio e il volume della materia bianca e grigia, i ricercatori hanno scoperto che le donne mostravano punteggi più bassi rispetto agli uomini. (Fullmagazine.it)

Analizzando parametri chiave come la velocità di metabolizzazione del glucosio da parte del cervello e il volume della materia bianca e grigia cerebrale, i ricercatori hanno scoperto che le donne mostravano punteggi più bassi rispetto agli uomini. Più nello specifico, nel cervello femminile c’era il 30% in più di placche e l’efficacia del metabolismo del glucosio da parte del cervello era inferiore di un quinto. Di qui l’ipotesi che i mutamenti ormonali che si accompagnano alla menopausa, con fisiologico calo degli ormoni estrogeni, posa avere un ruolo nello sviluppo dell’Alzheimer.

Ovviamente si tratta di una conclusione da prendere con le pinze, visto e considerato anche l’esiguo numero di soggetti che hanno preso parte allo studio. L’ipotesi è che il fenomeno sia dovuto, tra le altre cose, alla sovrapposizione anatomica delle aree più interessate dalle risposte ormonali che entrano in gioco con la menopausa. Vale comunque come campanello d’allarme per la prevenzione di una malattia che, lo ricordiamo, vede una crescente diffusione anche in Italia, complice il progressivo invecchiamento della popolazione.

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