Attenzione alle specifiche dell’Inps contro i furbetti dell’Assegno di inclusione: come si rischiano conseguenze negative per l’intero nucleo familiare.
Con “Assegno di Inclusione” si fa riferimento al nuovo strumento, nato sulle ceneri del Reddito di Cittadinanza, di contrasto alla povertà. Proprio come la precedente misura è infatti rivolto ai nuclei familiari più vulnerabili, quelli cioè con redditi bassi ed impossibilitati, dunque, a far fronte alle spese prioritarie della vita quotidiana. Ebbene nella prima settimana dell’introduzione del nuovo programma di sostegno economico sono state registrate ben oltre 300mila domande.
Di fatto l’Adi sarà pienamente operativo dal primo gennaio ma in molti si sono mossi fin da subito per richiederlo sia attraverso la modalità telematica, ovvero inviando la domanda direttamente all’Inps, sia presso i centri di assistenza fiscale o i patronati a seguito della stipula di una convenzione con l’Istituto.
L’Inps, da parte sua, si occuperà di verificare i requisiti e la sussistenza delle condizioni richiesta per poi riconoscere o meno il sussidio. In caso di accettazione della domanda l’assegno di inclusione verrà erogato a cadenza mensile per non più di 18 mesi; vi sarà poi la possibilità di rinnovarlo, dopo un mese di sospensione, per altri 12 mesi.
Assegno di inclusione, attenzione alla stretta anti furbetti: quando si rischia di perderlo
Per evitare che le regole possano essere aggirate dai furbetti portando l’Istituto ad erogare il beneficio economico a non aventi diritto, sono state istituite precise regole più stringenti rispetto a quelle previste con il RdC. Ed è importante conoscerle perché la stretta anti furbetti andrà ad interessare anche gli altri familiari con conseguenze potenzialmente spiacevoli per l’intero nucleo.
Prima di entrare nel merito, ricordiamo che il mezzo pensato sia per fornire un sostegno economico che per incentivare l’inclusione sociale e professionale prevede una serie di requisiti sia di residenza o cittadinanza che di valore Isee e, dunque, della situazione reddituale del nucleo familiare. Bisognerà inoltre, per non perdere il beneficio, aderire ad un percorso personalizzato di attivazione nonché di inclusione lavorativa e sociale.
Per quanto riguarda l’importo versato ogni mese esso è variabile e potrebbe raggiungere i 6000 euro annui o, nel caso in cui i componenti abbiano più di 67 anni oppure siano presenti familiari in condizioni di non autosufficienza o di disabilità grave, i 7.560 euro. Ad essi è possibile aggiungere un contributo di 3.360 euro annui per l’affitto dell’immobile (1800 se i componenti sono over 67 o sono presenti familiari disabili).
Ma quando si rischia di perdere il riconoscimento? Lo spiega l’Inps nella circolare n.105 del 16 dicembre 2023. Le conseguenze negative del fare i furbetti interesseranno l’intera famiglia: il nucleo in cui un componente è disoccupato ma per dimissioni volontarie non avrà diritto all’Assegno di inclusione e questo ‘divieto’ durerà un anno dopo le dimissioni. Anche qualora non si frequenti il corso d’istruzione per adulti di I livello si perderà l’assegno. Così come in caso di mancata comunicazione della variazione del nucleo entro un mese dalla variazione stessa (fatta eccezione per decessi e nascite).