Il Bonus Affitto e Mutuo prima casa rientra nei fringe benefit, chi può richiederlo al proprio datore di lavoro: i requisiti

Una delle novità più interessanti per il 2024 sarà il bonus affitto e mutuo prima casa: ecco quando potrà essere a carico del datore di lavoro.

Nel mese di dicembre 2023 si è ampiamente discusso in merito a quelli che saranno gli aiuti e le agevolazioni provenienti dallo stato per famiglie e lavoratori. E tra queste figura una novità importante riguardante, nello specifico, le spese legate all’acquisto di una casa o alla decisione di prendere un appartamento in affitto.

Fringe benefit, un'opportunità in più per i lavoratori
Bonus affitto e mutuo prima casa nei finge benefit: cosa cambia (fullmagazine.it)

Oltretutto l’incentivo in questione, il cosiddetto bonus affitto o mutuo, potrà essere richiesto direttamente al datore di lavoro rientrando di fatto nei fringe benefit. Ma con quali requisiti e quale sarà la modalità per procedere in tal senso? Vediamolo subito di seguito.

Fringe benefit, anche bonus affitto e mutuo rientrano? Come procedere

Nel corso del 2024 i datori di lavoro avranno la possibilità di andare a rimborsare i loro dipendenti con un bonus che coprirà, di fatto, i costi sostenuti per il mutuo della prima casa oppure per sostenere parte delle spese di affitto. L’agevolazione rientrerà dunque nel gruppo dei fringe benefit che altro non sono che uno strumento di welfare per mettere diversi servizi e beni a disposizione del dipendente, andando ad aggiungersi alla classica busta paga.

Il bonus mutuo e affitto è a discrezione del datore di lavoro
Quali sono le cifre limite per i bonus detassati legati ai fringe benefit (fullmagazine.it)

Per fare un esempio l’auto aziendale oppure l’alloggio per chi lavora fuori dalla propria area di residenza possono essere fringe benefit così come gli eventuali rimborsi per le bollette di gas, acqua e luce. Chiaramente si tratta di coperture economiche a discrezione del datore di lavoro stesso ma la bella notizia è che per il 2024 l’elenco di coperture andrà aumentando grazie all’inserimento, per l’appunto, delle spese di mutuo (per la sola quota di interessi) e di affitto; ed innalzando, contestualmente, il limite di esenzione dato che la soglia entro la quale non verranno tassati i fringe benefit aumenterà sia per i lavoratori con che senza figli.

Per quanto riguarda il bonus in questione esso è inserito nell’articolo 6 della nuova legge di bilancio e prevede che il datore di lavoro abbia la possibilità di effettuare un rimborso al dipendente anche per quanto riguarda le spese di affitto dell’abitazione e per gli interessi legati al mutuo, a patto che si tratti della prima casa.

La quota rimborsabile dell’affitto sarà invece calcolata sulla base del canone mensile. Tutti i lavoratori dipendenti, qualora l’azienda lo voglia fare, potranno averne diritto. Tale bonus sarà totalmente detassato entro una certa somma: 1000 euro per tutti i lavoratori e 2000 euro per i lavoratori con figli a carico. Da parte del lavoratore vi sarà l’obbligo di dichiarare al suo datore di lavoro di avere diritto al bonus; dovrà inoltre indicare il codice fiscale dei figli.

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