La carenza di vitamina D può avere conseguenze gravi sulla salute dei bambini. Meglio riconoscere in tempo i sintomi e rimediare immediatamente.
La vitamina D è una vitamina liposolubile accumulata nel fegato che il corpo rilascia a piccole dosi nel momento in cui l’utilizzo è necessario. La vitamina D viene sintetizzata dal nostro organismo tramite l’assorbimento dei raggi del sole. Serve per regolare il metabolismo del calcio risultando utile nella calcificazione delle ossa. In più mantiene nella norma i livelli di calcio e di fosforo nel sangue.
La vitamina D è poco presente negli alimenti, fa eccezione l’olio di fegato di merluzzo. Di conseguenza l’accumuliamo principalmente grazie all’esposizione ai raggi solari. In casi particolari va integrata ossia quando si manifesta una carenza. La causa più frequente della carenza di vitamina D è la mancata esposizione alla luce solare ma potrebbe essere associata anche ad alcune malattie.
Le conseguenze sono dolori osteo-muscolari, fragilità ossea, debolezza muscolare. Nei neonati si manifesta con rachitismo, cranio molle, difficoltà a sedersi o gattonare.
La carenza di vitamina D si riconosce per i dolori muscolari, la debolezza, i dolori ossei anche nei bambini. Gli spasmi muscolari possono indicare rachitismo nei neonati e sono dovuti ad un basso livello di calcio nel sangue se c’è una grave carenza di vitamina D.
Nei bimbi di età compresa tra 1 e 4 anni la crescita ossea può risultare alterata provocando una curvatura anomala della colonna vertebrale nonché valgismo o varismo delle ginocchia. Di conseguenza potrebbe volerci più tempo per imparare a camminare. Negli adolescenti con grave carenza di vitamina D camminare può essere molto doloroso. L’osso pelvico si può appiattire causando problemi alle ragazze.
Per diagnosticare una carenza di vitamina D bisogna eseguire esami del sangue o anche radiografie. Il medico ipotizzerà una carenza se il bambino segue una dieta inadeguata o è poco esposto alla luce solare, se nota spasmi muscolari o segni di rachitismo.
Per evitare o curare la carenza di vitamina D si potrebbero dover assumere integratori. Può essere necessario, ad esempio, per i neonati allattati al seno dato che il latte materno contiene poca vitamina D. L’assunzione continuerebbe fino ai sei mesi, quando la dieta inizia ad essere più varia. Il trattamento ha una durata di circa un mese con la dose che viene successivamente ridotta fino al raggiungimento della dose raccomandata. Potrebbero essere prescritti anche integratori di calcio da affiancare a quelli di vitamina D.
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